Alessandro Brondi - Web site

Commento

 

Finalmente una splendida giornata di sole, dopo tante giornate grigie ed uggiose, ha accolto i circa 500 partecipanti alla seconda tappa del circuito Spring-Tour Alpi Marittime, nell’ormai classico appuntamento di Laigueglia nella Riviera ligure di Ponente. Per la prima volta nella stagione i concorrenti potevano indossare finalmente il completo estivo e pedalare in un clima ideale per la pratica della mtb.

Completamente nuova la logistica della manifestazione posizionata ad ovest appena fuori l’antico borgo marinaro vicino un ampio parcheggio per automobili e camper. Un nuovo enorme capannone destinato al nuovo palazzetto dello sport conteneva quest’anno tutti i servizi, a partire dalle iscrizioni/consegna dei pacchi gara/consegna dei chip, realizzata senza code e in modo molto rapido ed efficiente.

La partenza era posizionata come tradizione da Corso Badarò, costituita da griglie molto ampie che avrebbero potuto contenere anche il doppio degli atleti destinati, non prima però di essere transitati sul tappetino del nuovo gestore delle classifiche real time, posizionato in fondo alle griglie.

Pochi istanti dopo le ore 10.00 tutti gli atleti venivano ricompattati in un unico plotone e veniva data la partenza ufficiale.

I primi chilometri si svolgevano lungo la statale Aurelia, chiusa al traffico, in direzione di Capo Mele e Andora: solo un paio di automobili ferme sulla carreggiata opposta e quindi una situazione molto più sicura rispetto agli anni passati per il plotone dei bikers. Gli unici pericoli purtroppo sono creati da qualche atleta alla ricerca di recuperare qualche posizione in partenza, inutilmente visto la notevole presenza di chilometri, salite e discese adatte allo scopo.

La parte asfaltata conduceva sulla cresta della collina sovrastante l’abitato di Laigueglia, dove il sentiero che portava a Colla Micheri comportava con l’ingresso al primo single-track un piccolo rallentamento, meno evidente però rispetto alle passate edizioni.

Da questo momento i tratti asfaltati sarebbero stati molto rari, con bellissimi single-track, di cui bisogna assolutamente menzionare quello dopo il campo sportivo: un bellissimo sentiero di oltre 2 km in cui impossibile era superare, tagliava in mezzo la collina, purtroppo devastata nella vegetazione per oltre la metà della sua lunghezza da un rovinoso incendio l’anno passato. Al termine del sentiero si percorreva la più impegnativa salita del percorso, chiamata del metanodotto, alla cui sommità iniziava il tratto cronometrato della downhill; nel suo sviluppo erano anche presenti due brevi ma ripide salite, ma era discesa per diversi chilometri e l’iniziativa era molto interessante per stabilire le gerarchie della discesa e per creare nuovi stimoli e sfide fra i bikers.

Il classico passaggio sulla spiaggia concludeva il giro e dava inizio al secondo anello, costringendo i concorrenti, a causa di alcuni lavori sul bagnasciuga, a pedalare, dove possibile, sulla sabbia più alta e asciutta e costringendo a volte il piede a terra.

Durissima la salita che riportava a Colla Micheri, in parte asfaltata in parte da percorrere a piedi, cui seguiva l’impegnativa (moltissimo) discesa del pino che riportava i concorrenti nuovamente quasi al livello del mare ma sull’altro versante della collina. Seguiva una regolare salita che riportava sulla seconda parte dell’anello percorso precedentemente.

Veramente numeroso il pubblico presente lungo il tracciato di gara, non solo sul classico tratto sulla spiaggia, ma anche sul GPM del Sacro Cuore e sui tratti più impegnativi (e spettacolari) della picchiata finale.

Strategicamente molto ben disposti i ristori, complessivamente quattro (due per giro), posizionati verso la cima alle due salite più importanti, presidiati da personale disponibile. Unica miglioria potrebbe essere la fornitura di una maggiore varietà di cibi solidi, per consentire ai bikers in difficoltà di recuperare maggiormente energie.

Frecce grandi e ben visibili, tracce di colore verde sul terreno e numeroso personale addetto al presidio dei bivi hanno azzerato ogni possibilità di errore di percorso. Nessun pericolo per i concorrenti nei rari attraversamenti di strade asfaltate e tratti chiusi al traffico delle auto hanno permesso agli atleti di vivere una giornata di sport all’insegna della sicurezza.

Gli eventuali pericoli potevano derivare solo dall’asprezza del tracciato e dalle sue difficoltà tecniche, ma tutti i concorrenti di questo erano consci e pronti ad affrontarli in quanto parte integrante della pratica del vero mountainbike.

Dopo l’arrivo era sufficiente spostarsi presso il nuovo palasport per godere di tutti i servizi post-gara: docce, restituzione chip e soprattutto un ottimo, vario e ricco pasta-party, con poca coda e molti posti a sedere. Mi preme mettere in evidenza come il pasta party fosse liberamente accessibile ad atleti ed accompagnatori, cosa molto simpatica ed apprezzata che dovrebbe essere attuata anche in quelle manifestazioni dove invece si dà troppa importanza alla presentazione del buono pasto. Alla fine di una manifestazione in mtb è molto bello vedere gli atleti con i propri famigliari recuperare le energie perdute e rilassarsi insieme allo stesso tavolo ed attendere numerosi le premiazioni.

L’ottima logistica della Laigueglia MTB Classic ha inoltre consentito, sempre all’interno del palasport, di realizzare una zona riservata gli assi del bike-trial  e del freestyle, che hanno così divertito atleti ed accompagnatori nell’attesa delle premiazioni.