Alessandro Brondi - Web site

Commento

 

Nel weekend del 24/25 Aprile a Cremona ha preso il via la stagione delle 24 ore a squadre. Dopo diversi fine settimana caratterizzati da tempo incerto e a volte piovoso, due splendide giornate di caldo accolgono gli oltre 700 partecipanti, raggruppati in 105 squadre costituite da 1 a 12 elementi.

Come nella prima edizione sede della manifestazione è il bellissimo parco situato nell’area golenale del fiume Po, un’oasi verde alla periferia sud della città, affiancata da numerosi centri sportivi per praticare vari sport, quali calcio, tennis, nuoto, bocce,…

La presenza di tali strutture ha consentito ai concorrenti di fruire di servizi igienici e docce, oltremodo necessari in una manifestazione che per molti partecipanti è iniziata il venerdì per concludersi nel tardo pomeriggio di domenica.

A differenza della scorso anno è stato giustamente interdetto l’ingresso di ogni mezzo a motore all’interno del parco per salvaguardarne maggiormente l’integrità ambientale, ma un enorme parcheggio al suo fianco ha permesso a tutti i team di parcheggiare i propri mezzi a poche centinaia di metri dal cuore della manifestazione.

Le operazioni di check-in e ritiro del pacco gara (costituito da una bella maglietta estiva da ciclista, barrette energetiche e altri prodotti alimentari e non) dovevano essere espletate dal capitano; a cura di ogni concorrente era invece demandato il presentarsi alla verifica della tessera o del certificato medico per il ritiro del proprio numero di gara.

La partenza, come tradizione in stile Le Mans, ha costretto i primi frazionisti a percorrere un anello di circa 400 metri prima di inforcare la propria bici e lanciarsi finalmente nel percorso ricavato nell’area adiacente al fiume Po, ridotto alla lunghezza di 8 Km contro i quasi 13 della edizione precedente.

Il cambio di percorso ha sicuramente giovato al successo della manifestazione, in quanto è stato eliminato una lungo e piatto rettilineo, a favore dell’introduzione di nuovi settori in single-track che stimolavano maggiormente le doti di guida dei bikers e rendevano più interessanti i sorpassi, resi difficoltosi dalla ridotta larghezza del sentiero.

Alcune “trappole” erano poi costituite dalla presenza di tratti sabbiosi, di limitata grandezza, ma il cui attraversamento costringeva a volte il piede a terra ai bikers meno decisi e a volte meno fortunati nella scelta della traiettoria.

A differenza di quanto farebbe pensare un percorso pianeggiante privo di dislivello, il fondo del terreno non era, se non in tratti isolati, liscio e scorrevole, ragione per cui i numerosi concorrenti presenti con mtb biammortizzate potevano godere in queste zone un vantaggio di confort e performance.

Il testimone consisteva in una cavigliera con chip che aveva ovviamente pure la funzione di registrare passaggio dopo passaggio i tempi dei concorrenti e di verificare, al lato opposto alla zona di arrivo, la corretta percorrenza del tracciato.

La gestione delle classifiche da parte di ChampionChip è stata sempre precisa e puntuale; gli oltre 5000 passaggi dei concorrenti sui tappetini non hanno mostrato incertezze e non si è segnalato alcun tipo di contestazione. Le classifiche venivano aggiornate praticamente ogni ora e si è così potuto seguire l’andamento della corsa, sia per le posizioni di testa che per quelle di rincalzo, praticamente in tempo reale.

La zona cambio era situata pochi metri prima del traguardo e per tutti i concorrenti che vi transitavano, sia in ingresso che in uscita, era obbligatorio scendere dalla propria bicicletta; i giudici addetti a questa fondamentale zona, sono stati, giustamente, molto solerti a fare rispettare questa semplice regola, importantissima per la sicurezza.

Per tutti i concorrenti che entravano in zona cambio dopo le 19.30 e fino all’alba della domenica, gli stessi giudici verificavano la presenza e il corretto funzionamento dell’impianto di illuminazione anteriore e posteriore

Una buona luce anteriore consentiva ai concorrenti di percorrere i contorti sentierini della prova cremonese a grande velocità e di subire in misura molto inferiore le irregolarità del fondo stradale.

Giunta la notte sul percorso i paddock dei concorrenti si illuminavano come tanti piccoli accampamenti, ma un improvviso aumento del vento, il sopraggiungere di una spessa coltre di nubi e soprattutto il bagliore di una serie lampi faceva seriamente preoccupare concorrenti e accompagnatori. Fortunatamente cadevano solo pochissime gocce di pioggia e ben preso il cielo stellato faceva ritorno.

La temperatura a livelli estivi nelle ore diurne, la notte calava decisamente, ma con il sopraggiungere dell’alba e dei primi raggi del sole della domenica risaliva gradatamente e a metà mattina i corridori sfoggiavano nuovamente i capi più leggeri.

La manifestazione è stata seguita da un pubblico molto numeroso, anche estraneo all’ambiente della mtb, grazie al fatto che il centro della manifestazione era situato in un luogo di aggregazione per persone di tutte le età che desiderano passare qualche ora in ambiente confortevole a contatto con la natura.

Molto ben segnalato il percorso con fettucce e personale disposto, per tutta la durata della manifestazione, nei punti cruciali; in ogni caso dopo alcuni giri i concorrenti sarebbero stati in grado di percorrerlo anche ad occhi chiusi…

Lo speaker ufficiale della manifestazione Ugo de Cresi è stato per la tutta la durata della corsa sempre pronto a tenere vivo lo spirito di concorrenti e accompagnatori, scaldando gli animi dei partecipanti nelle emozionanti fasi della partenza e tributando il giusto premio alla fatica dei concorrenti all’arrivo e nelle successive premiazioni.

Tralasciando la pura prestazione fisica degli atleti va infine segnalato che il livello organizzativo dei vari team è sempre più alto, ormai quasi nessuno si presenta a questo genere di manifestazioni in maniera improvvisata e si assiste a campi base forniti di qualunque confort e di idee spesso geniali per consentire a tutti di passare ore di sport che verranno ricordate per molti mesi in futuro. Questo genere di gara infatti coniuga in maniera perfetta una sport individuale come la mtb con lo spirito di squadra, comunque indispensabile all’interno del team, per affrontare nella maniera migliore le difficoltà che nell’arco di 24 ore si possono presentare.